domenica 26 luglio 2009

La Palla al Piede

Con un bel po' di ritardo ecco il post sul saggio di fine anno del corso di teatro classico che sto facendo al Cyrano di Giuseppe Radicia.

Siamo andati in scena il 27 maggio 2009 con "La Palla al Piede" di Georges Feydeau.
In due parole un cretinello, Fernand de Bois d'Enghien, deve sposarsi con una ragazza della Parigi bene, Viviane. Coglie quindi l'occasione per mollare una vecchia fiamma, Lucette, cantante di caffè concerto. Essendo un imbelle fallisce nell'intento e come se non bastasse la pretendente viene invitata a cantare in occasione del ricevimento di fidanzamento.
A condire questa delirande farsa personaggi esilaranti come un Generale Spagnolo innamorato della bella Lucette, un chiacchierone dall'alito pestilenziale l'ex marito della cantante e sua sorella.

Davvero divertente da fare, con un risultato che ci ha lasciati tutti contenti!
Insomma, ci avviamo al terzo anno di corso a gonfie vele, anche se le risa saranno lasciate da parte per il dramma... si fa sul serio!















mercoledì 8 luglio 2009

Angeli di Viaggio - Caponord in Moto

Da Caponord 2009


Quando si affrontano lunghi viaggi, sopratutto in moto, dove non si può avere ogni cosa e si è sempre un po' in balia di meteo e sfighe, capitano sempre imprevisti.
Superarli dà sempre grande soddisfazione, ma sopratutto permette di incontrare persone meravigliose, che ti fanno ricredere sull'umanità, accendendo un barlume di speranza sull'animo umano. Si arriva a pensare che non tutti siano lì per fregarti.
Nella mia esperienza di mototurista ho sempre trovato una grande accoglienza, indipendentemente dalla nazionalità o dalla lingua parlata, perchè quando c'è voglia di venirsi incontro bastano anche pochi gesti.

In questa avventura gli Angeli di Viaggio che ci hanno tirato fuori dai guai sono diversi:
  • Il Sig. Ulrich, tedesco, sulla sessantina. Miracolosamente parlava inglese (i tedeschi di solito cercano di imporre il proprio idioma al mondo), a Tanumshede ha disfatto il bagagliaio dell'auto pronta per partire solo per estrarre i cavi e aiutarci a far ripartire la moto di Riccardo con la batteria a terra.
  • Il Camperista Tedesco con Moglie Ingegnosa che ci ha fornito un booster per far ripartire la moto di Riccardo quando eravamo ormai a due giorni di viaggio da Caponord. Menzione tra parentesi al tizio che nei bagni mentre ci lavavamo le mani ci ha consigliato di smontare la batteria di notte e portarcela nelle Hytte ed all'inglese con auto noleggiata in Svezia che non potendo darci una mano per mancanze tecniche è venuto a fare due chiacchiere quando il problema era risolto.
  • La Camperista Tedesca che dopo l'escursione a Caponord mi ha offerto uno yoghurt e pane e salame, risollevando la mia terribile crisi ipoglicemica.
  • Il proprietario del negozio di Oreficeria in Argento Sami (di ottima fattura!) sulla E69 al ritorno da Caponord, che oltre ad essere un Biker con tanto di R1200GS Adventure ha offerto la benzina a Riccardo che era rimaso a piedi.
Per ora non me ne vengono in mente altri. A tutti loro va un sentitissimo grazie, aggiunto a tutti i thank you very much già detti di persona.
Un grazie anche a Riccardo che non mi ha lasciato steso più morto che vivo lungo la camminata che abbiamo fatto a Caponord ma mi ha offerto letteralmente una spalla finchè non mi sono ripreso... mamma mia se me l'ero vista brutta...

In realtà questo è il gusto più grande di queste vacanze (dopo la strada, ovviamente), conoscere persone di ogni dove, scambiare due parole, fare due risate e salutarsi, ognuno per la sua strada, con la speranza di incontrarsi di nuovo e, se necessario, ricambiare il favore.


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Diario - Caponord in Moto

Scrivere il diario di viaggio è stato una fatica ed un piacere.
Buttare giù i fatti salienti della giornata sorseggiando un tè era molto rilassante. Inoltre così avrò fissato tutti i momenti più importanti del viaggio, con le vive sensazioni di quando li ho vissuti.

Il viaggio si è svolto in 17 giorni, dal 20 Giugno al 6 luglio 2009, per circa 9.500 km.
Per ogni giorno ho indicato tappe e kilometraggi (non sempre perfetti al km, ma alla decina sì).
Ho aggiunto anche la foto del giorno, ma potete visitare la Gallery per vederle tutte (in realtà solo una selezione di quelle che ho fatto).

GIORNO 1/2 – KM percorsi 858/930, TOT 1788 km Modena/Gersfeld/Copenaghen

GIORNO 3 – KM percorsi 510 – TOT 2298 km – Copenaghen/Malmo/Goteborg/Tanumshede

GIORNO 4
– KM percorsi 360 – TOT 2658 Tanumshede/Oslo/Lillehammer+10

GIORNO 5
- KM percorsi 440 – TOT 3098 (un tot per dormire e mangiare) Lillehammer/Geiranger fjord/Molde

GIORNO 6
– KM percorsi 440 – TOT 3538 – Molde/Atlantic Road/Trondheim/Grong-60

GIORNO 7 – KM percorsi 600 – TOT 4138 – Grong/Mo i Rana/Bodo

GIORNO 8 – KM percorsi 230 + traghetto – TOT 4368 – Bodo/Isole Lofoten/Lodingen

GIORNO 9
– KM percorsi 610 – TOT 4968 – Lodingen/Alta

GIORNO 10 – KM percorsi 278 – TOT 5246 – Alta/Caponord

GIORNO 11 – KM percorsi 445 – TOT 5691 – Caponord/Finlandia (Incrocio 93/E8)

GIORNO 12 – KM percorsi 640 – TOT 6331 – Finlandia/Umea (Svezia)

GIORNO 13 – KM Percorsi 630 – TOT 6961 – Umea/Stoccolma

GIORNO 14 – KM percorsi un tot a piedi – TOT come sopra – Stoccolma

GIORNO 15 – KM percorsi 800 – TOT 7761 – Stoccolma/Odense

GIORNO 16 – KM percorsi 950 – TOT 8711 – Odense/Norimberga

GIORNO 17
– KM percorsi 660 - TOT 9371 - Norimberga/Modena


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Spese - Caponord in Moto

Da Caponord 2009

Qui arrivano le note dolenti.
La penisola scandinava è cara, non c'è niente da fare. Inoltre in questo viaggio si attraversano 7 paesi diversi per un totale di 4 valute (Euro, Corone Danese, Svedese e Norvegese).
La Norvegia è la più cara di tutte ed è la parte dove si concentra il viaggio.
Al cambio attuale 1 euro vale 8,8 corone norvegesi, 10,8 svedesi e mi pare intorno alle 7 danesi.

La benzina costava in norvegia tra i 12 e le 13 corone al litro quindi 1,4-1,5 € al litro (che in effetti è più del 1,2 €/l che c'è ora in Italia, ma non è peggio dei livelli a cui era arrivata la benzina nel 2008). Stranamente il carburante era più caro anche in Germania, anche se non di molto (intorno agli 1,3 €). Tutti questi conti perchè la benzina costa la metà del viaggio. Quindi fate i vostri calcoli in base ai consumi della moto. Griso e GS consumano esattamente uguali. C'è di buono che le andature che si tengono nella penisola scandinava sono molto modeste (80-90 km/h, massimo 100/110 sulle statali maggiori e sulle rarissime autostrade), per cui il consumo è ridotto, per noi fino anche 25 km/l.

Ma alla fine, quanto si spende?
La mia previsione è stata:
20-30€ al giorno per dormire
20-30€ al giorno per mangiare
30-40€ al giorno per il viaggio (benzina, autostrada...)

Che su venti giorni fanno:
400-600€ per dormire
400-600€ per mangiare
600-800€ per il viaggio

Cioè 1400-2000€, a cui vanno aggiunte le spese di manutenzione della moto, sopratutto il cambio gomme ed il tagliando che inevitabilmente andrà fatto prima o dopo.
Quindi un totale preventivato di 2000-3000€.
Attualmente non ho gli estratti conto di bancomat e carta di credito, per cui non posso essere più preciso (non mi sono voluto far del male tenendo gli scontrini, tanto non ci siamo dati alla pazza gioia, si pagava per dormire, mangiare, benzina).

Noi abbiamo dormito in ostelli, nei letti più economici che hanno oscillato tra i 17 ed i 25€ a notte (eccezione motel lungo l'autostrada tedesca per l'ultima notte, 59€ in due) e nelle mitiche Hytte. Queste casettine in legno, bungalow in miniatura, sono una salvezza: letti veri, corrente elettrica, riscaldamento (non sempre, ma quasi, noi lo abbiamo usato solo a Caponord e lì vicino) e piano cottura (se non c'è il campeggio offre una cucina comune). Insomma perfette per chi si deve spostare ogni giorno. Il prezzo varia dalle 350 corone alle 540 (che ci hanno chiesto, ma siamo andati da un'altra parte) per quelle più piccole e senza bagno. Quindi se si preventivano 400 corone a notte (da dividere in due nel nostro caso) difficilmente ci si sbaglia. La più economica è stata in Finlandia, 25€ da dividere in due!!
L'unica accortezza è uscire dai centri abitati di una decina di km. E' più facile trovare posto, i prezzi scendono ed a noi piacevano i posti meno turistici e più tranquilli (anche perchè a sera si è stanchi e bambini urlanti non sono proprio graditi).
Bisogna stare attenti a non tardare troppo sulla ricerca del posto, perchè nonostante il sole che praticamente non scende mai (non scende veramente mai oltre il circolo polare artico) le reception chiudono presto, nella nostra esperienza difficilmente dopo le 20, spesso entro le 19. Per cui le 18.30 sono l'ora x in cui mettersi a cercare dove dormire, perchè in caso di tentativi da ripetere (al massimo 3 in un paio di occasioni) si rischia di far tardi e non saper dove sbattere la testa.
Il Tom Tom è pure salvifico, perchè con la funzione POI nelle vicinanze tira fuori d'impiccio notevolmente (sia per i campeggi, sempre esatti tranne che in un caso, che per i benzinai), pur abbondando i cartelli lungo le strade con la classica casettina disegnata.

Per mangiare ci accontentavamo di qualcosa al volo a pranzo, giretto nei supermercati per la cena e le mitiche buste di pasta, riso e zuppe, che al prezzo di 1€ cadauna ci hanno salvato moltissime serate, e sono pure buone!

E' evidente che il numero ideale per ridurre le spese sia 4 persone su 2 moto (ponendo un problema di riorganizzazione dei bagagli), perchè così la spesa per la benzina si dimezza e quella del pernottamento si riduce sensibilmente (spesso le Hytte in cui dormivamo erano comunque per 4 persone).

In ogni caso, ne vale la pena? Decisamente sì! E' un viaggio fantastico da fare in moto, non mi pento di un solo centesimo speso (forse quello per le sardine Abba in agrodolce...).


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Equipaggiamento - Caponord in Moto

Da Caponord 2009

Prima di partire per un lungo viaggio (come dice Irene Grandi) occorre valutare bene cosa serve e cosa no. In moto poi bisogna essere previdenti, perchè più si è sistematici nell'organizzare il bagaglio meno si penerà una volta per strada, sopratutto in caso di imprevisti.
Ovvio che a seconda della moto che si ha la capacità di carico è molto variabile. Noi eravamo dotati io della gloriosa GSona, BMW R1200GS e Riccardo di una bellissima Guzzi Griso.
Ma procediamo per gradi.


LA MOTO

Con la prospettiva di fare un 10.000 km la moto dev'essere in perfette condizioni (vero Ricky?). Il problema principale sono le parti di consumo, quindi olio motore, pastiglie dei freni e gomme.
Per l'olio Riccardo ha fatto il cambio prima di partire, io che lo avevo fatto al tagliando dei 20.000, cioè in settembre e 4.500 km fa, ho deciso di farlo tutto al ritorno nel contesto del tagliando dei 30.000 km (abbondanti).
Come dice un vecchio adagio l'importante è avere acqua e olio e la moto non si rompe. Essendo le nostre motorelle bicilindriche raffreddate ad aria ci simo limitati a rabboccare l'olio lungo la strada. Io avevo con me 1 kg di Castrol GPS, sapendo che più o meno la GS consuma 1 etto ogni 1000 km, Riccardo si è dovuto organizzare in corso d'opera a causa di un trafilamento dalla testata sinistra.

Entrambi abbiamo cambiato le gomme prima di partire, io le ho rodate per circa 400 km di appennino, così da togliere ben bene la cera. Peccato che si siano spiattellate terribilmente, vabbè era calcolato.

Per sicurezza ho cambiato anche le pastiglie freni, anche se per il mio stile di guida e per le strade fatte (molto ampie e scorrevoli, senza contare l'autostrada) non credo si siano consumate gran che.

La batteria deve essere in ottime condizioni (vero Riccardo?) perchè di notte fa freddo (7-8 gradi già nel sud) e si rischia di rimanere a piedi. Da valutare se portarsi i coccodrilli, noi li abbiamo scroccati sul posto.

Accessori rivelatisi essenziali sono stati il paramotore (eh sì... ho mollato in terra la moto su un tornante, ma non s'è fatta nulla, urrà!!) e le manopole riscaldabili, che mi permettevano di non fermarmi ad aggiungere strati o mi facevano tenere asciutto l'interno dei guanti sotto la pioggia tedesca.
Per chi non ce l'ha è consigliatissimo un cupolino, così come i paramani che sembrano una sciocchezza ma proteggono moltissimo da acqua e freddo le mani, elemento essenziale di sicurezza per non ritrovarsi senza sensibilità in frenata.

Utile avere una qualche tessera di assistenza (io quella BMW), in caso di imprevisti che richiedano costosi carroattrezzi.


BAGAGLI

Qui entra in gioco la capacità di carico della moto.
Sulla mia GS io ho i supporti per il tris di valige GIVI, nello specifico E36 da 42 litri l'una. In più ho la borsa da serbatoio Touratech. Insomma navigavo veramente nei miei bauli ed infatti ho portato un mucchio di vestiti che non ho usato.
Le cose necessarie sono biancheria, maglie a maniche lunghe (comodissime per le variazioni del tempo), roba da bagno (io ho un bellissimo accappatoio in microfibra o che, che tiene meno posto di un asciugamano e si asciuga in frettissima), sacco letto (per gli ostelli se no si paga la biancheria), sacco a pelo (per i campeggi se fa freddo, ma spesso se si chiede ti danno anche le coperte), federa e qualche vestito.
Essenziale l'abbigliamento da moto, ma ne parlo più sotto.
Portarsi dietro il necessario per cucinare e buste di pasta e riso pronte in 10 minuti (Coop e Knorr sono molto generose a tema) permettono di risparmiare molto sulle cene ed evitare di dover cercare supermercati quando si è in campeggi sperduti e dimenticati dal mondo.

Avendo tanto spazio io ho così suddiviso i bagagli: baule centrale da smontare nelle soste contenente roba da notte (pigiama, sacco a pelo/sacco letto, roba da bagno), un cambio completo di maglione, phon, atlante stradale e così via; un laterale per i vestiti; l'altro per i viveri, le pentole da campo ed il fornelletto.
Nella borsa da serbatoio i beni di conforto e le cose da avere a portata di mano (passamontagna, guanti di ricambio...).


ABBIGLIAMENTO

Le temperature previste (poi è un terno al lotto) sono fino ai 15 gradi intorno a Trondheim, scendendo a 7-8°C a Caponord. Quindi si consiglia di avere qualcosina di pesante e maglie a maniche lunghe. Anche se un motociclista non è mai molto svestito.
Noi siamo stati fortunatissimi e fino a Trondheim ed al ritorno in Svezia abbiamo patito il caldo (28-30°C).
Io un costume da bagno lo porto sempre (vecchie esperienze...) anche se però non l'ho usato. Può però capitare di avere un campeggio in riva ad un fiordo (per i coraggiosi) o con piscina, per cui vedete voi...
Essenziali le calze, io che soffro il caldo ne avevo di varie gradazioni da cotone leggere a calzettoni da sci per affrontare le temperature più basse.

Alla fine ho usato dei jeans, le maglie a maniche lunghe e poco altro. I tre quarti dei vestiti sono rimasti puliti, in particolare non ho toccato una sola maglietta a maniche corte. Nei campeggi mi infilavo infradito e pigiama ed ero l'uomo più felice della terra.


ABBIGLIAMENTO MOTO

Io ero così munito:
  • Giacca Dainese a tre strati staccabili (giacca, impermeabile, imbottitura), di tre quarti (fa sempre piacere avere il sedere coperto!)
  • Pantaloni IXS estivi x-air traforati
  • Completo tecnico dainese (maglia-sottopantaloni)
  • Calzamaglia tecnica comprata al Lidl
  • Sottopantaloni Dainese in micropile
  • Imbottitura dei miei pantaloni invernali Frank Thomas
  • Tenuta antipioggia divisa giacca-pantalone
  • Guanti traforati estivi da cross (5€ dai cinesi, OTTIMI!)
  • Guanti in cordura invernali, impermeabili, IXS
  • Guanti in pelle e GoreTex invernali Dainese
  • Sopraguanti impermeabili (mai usati)
  • Stivali Dainese invernali da turismo
  • Scarpe da moto Dainese
  • Soprastivali impermeabili Yes (i miei stivali hanno ormai 5-6 anni e non tengono più la pioggia battente, avere i piedi asciutti è essenziale per tollerare il freddo... e non prendersi un accidente!)
  • Varie bandane, paracollo, sottocasco
  • Occhiali da sole (missing in action, necessari perchè il sole non scende mai e dà molto fastidio)
  • Paraschiena Force Field (fantastico, a detta di diverse riviste internazionali il migliore sul mercato, non per questo il più costoso. A differenza degli altri non ha elementi in plastica tipo gusci ma è di un materiale speciale a nido d'ape, quindi traspirante, che si adatta alla schiena, davvero il top!)
Non ho avuto particolari problemi di freddo, la base era giacca + pantaloni con calzamaglia lidl + maglia a maniche lunghe + paraschiena + stivali. Per alleggerire giocavo su guanti traforati, scarpe invece degli stivali e numero di strati della giacca.
Il massimo di protezione termica che ho usato (non il massimo di cui disponevo) è stato: giacca a tre strati, completo tecnico dainese, calzamaglia Lidl, imbottitura dei pantaloni Frank Thomas, tenuta antiacqua, guanti in goretex. Si è rivelata necessaria solo nei 2 giorni di avvicinamento a Caponord, dove era più freddo (un gran vento, l'antiacqua è un salvavita) e nuvolo.
Mi sono goduto molto i pantaloni traforati quando faceva caldo, io li trovo più versatili di pantaloni invernali, perchè comunque si sta in moto tutto il giorno e si decide al mattino quanto ci si dovrà coprire, con possibilità di cambio in corso d'opera. Solo che aggiungere uno strato è sempre possibile, alleggerire un capo troppo pesante è impossibile.


BENI DI CONFORTO

Con Beni di Conforto intendo ciò che non è necessario ma che serve ad affrontare meglio il viaggio. In effetti io me li sono goduti un bel po'!!

  • Navigatore GPS (nel mio caso Palmare Airis T610 con Tom Tom Europa) e roba per attaccarlo alla batteria della moto (sembra poco ma avere un aggeggio che ti dice esattamente quanti Km dovrai fare il giorno dopo permette di pianificare le giornate molto meglio, ovviamente avevamo anche cartine della penisola scandinava e dell'Europa centro settentrionale)
  • Macchina Fotografica (tenuta sempre a portata di mano nella borsa da serbatoio per fare scatti on the road)
  • Libri (nel mio caso Racconti di Edgar Allan Poe)
  • Netbook (lo so, ho esagerato, ma avevo posto, un bel MSI Wind U100 che mi accompagna un po' dappertutto e la tentazione di fare un diario di viaggio in tempo reale grazie al wifi... cosa che in parte son riuscito a fare, davvero una figata! Spessissimo in ostelli, campeggi e locali c'era il wifi gratis, per cui sono riuscito a scroccarlo molto più del previsto. Per i tradizionalisti basterà carta e penna)
  • Adattatori per le prese di corrente (se no ci ridiamo dietro)
  • Cellulare... e vabbè se uno non vuol rimanere isolato dal mondo... con la moto in panne...

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Itinerario - Caponord in Moto

Da Caponord 2009

L'itinerario verso Caponord può essere vario, la variabile essenziale è il tempo che si ha a disposizione.
Conviene comunque partire tra la fine di Giugno e l'inizio di Luglio, per minimizzare il rischio di prendere acqua. Va comunque detto che va molto a fortuna, leggendo i vari report sulla rete c'è chi ha avuto pioggia battente incessantemente e chi come noi è stato baciato dal sole.

La via più veloce è senz'altro salire dalla Svezia lungo la E4, la strada che segue la costa. Noi l'abbiamo fatta al ritorno e abbiamo impiegato quattro giorni da Caponord a Stoccolma, un giorno da Stoccolma ad Odense e due giorni da Odense a Modena. Ovvero sette giorni, due settimane andata e ritorno.
Questo vale salvo imprevisti, noi abbiamo avuto un clima fantastico, che ci ha aiutato molto a macinare chilometri.

La via che secondo noi è da preferire (e che ci ha dato molte soddisfazioni) è salire fino a Copenaghen, da lì passare a Malmo in Svezia e risalirne la costa fino ad Oslo in Norvegia. A quel punto in base al tempo disponibile si può visitare il paese in modo più o meno estensivo, mentre si punta a Nordkapp.
Risalire la Norvegia è semplicemente meraviglioso, perchè in un crescendo naturalistico prepara alla meta finale, con un assaggio di ciò che si vedrà all'estremità quando si passa il Circolo Polare Artico. Il clima diventa sempre più freddo, la vegetazione sempre più rada, i paesaggi mozzafiato. La rupe di Caponord è la ciliegina sulla torta.
Noi abbiamo percorso la E6 da Oslo verso Trondheim, deviando per visitare il Geiranger Fjord (meraviglioso!!!), la Atlantic Road e le Isole Lofoten (imperdibili!!)
E' mancata alla nostra visita Bergen e la costa più meridionale.
Va però detto che la parte meridionale della penisola scandinava è la più turistica, la più densa di attrattive e per questo è la più faticosa da girare. Una volta lasciata la civiltà è molto più semplice inanellare chilometraggi consistenti (per noi quasi sempre tra i 400 e i 600 km al giorno).
Arrivati a Nordkapp sulla superlativa E69 siamo tornati indietro attraversando la Finlandia (tappa per chi ha voglia Rovaniemi, la città di Babbo Natale), scendendo poi rapidamente fino a Stoccolma lungo la E4 (per chi vuole cè la regione dei laghi da visitare). Da lì di nuovo a Malmo ed a ritroso fino a Modena.

Se si seguono le guide turistiche (Lonely Planet, Touring, Europa in Moto) si può arrivare fino a 12.000 km di visita escludendo il trasferimento dall'Italia.
Quindi l'importante è decidere cosa si vuol vedere.
Un calcolo molto semplice è 10.000/giorni a disposizione, per avere idea della media di km da fare al giorno.
Noi avevamo a disposizione 3 settimane (dal 20 giugno al 12 luglio 2009) con un itinerario da svolgere in circa 20 giorni con 3 di elastico. Alla fine ne abbiamo impiegati solo 17, un po' perchè siamo stati in grado di fare più strada del previsto (ripeto anche grazie al clima favorevolissimo) un po' perchè sul ritorno eravamo stanchi e abbiamo tagliato sulla Svezia (già in parte visitata all'andata), soffermandoci a Stoccolma.
Considerando due giorni da Modena a Copenaghen (due tappe da 8-900 km) si prevedevano circa 450 km al giorno. Così è stato, con 8-10 ore di viaggio al giorno, inframezzate da soste e da visite.

In Norvegia si dovranno prendere alcuni traghetti per attraversare i fiordi, per gli autoctoni sono la norma, per cui i prezzi non sono esagerati e sopratutto basta mettersi in fila per salire, senza prenotazioni o altro. Sono in funzione tutto il giorno e (pare) anche la notte d'estate.
Abbiamo dovuto fissare le moto con cinghie solo nella traversata da Bodo a Moskenes nelle Lofoten.

Qui il link all'itinerario su Google Maps.


Visualizzazione ingrandita della mappa

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Caponord in Moto

Da Caponord 2009

Per ogni motociclista che ami viaggiare Caponord è una meta mitica, innanzitutto per la distanza (dall'Italia circa 10.000 km andata e ritorno) e sopratutto per l'idea di raggiungere l'estremo nord d'Europa, un po' come mettere una bandierina e dire "più lontano non posso andare".
E' un po' viaggio e un po' avventura, in cima alla lista delle destinazioni che avrei voluto raggiungere, per cui quando Riccardo me lo ha proposto ho subito detto sì.

Bisogna organizzarsi per tempo, non tanto per le difficoltà di viaggio (si attraversano paesi civilissimi, dove tutti parlano inglese (ovviamente escluse Austria e Germania arroccate sul loro idioma), dove le strade sono ben curate), ma perchè la lunghezza comporta un minimo di pianificazione.

Qui riporterò i suggerimenti che mi sento di dare essendo tornato sano e salvo, oltre al diario di bordo ed alle foto.


SEZIONI

martedì 7 luglio 2009

Caponord Giorno 17

KM percorsi 660 - TOT 9371 - Norimberga/Modena


Da Caponord 2009


Finalmente l'ultimo giorno, che ci vedrà tornare vittoriosi in patria!
Purtroppo l'acquazzone che abbiamo schivato in Danimarca è qui ad aspettarci in Germania, a rafforzare la mia convinzione che sul Brennero faccia sempre un tempo da schifo. Dei primi 400 km ne passiamo 300 sotto pioggia battente, arriviamo zuppi al primo rifornimento, con Riccardo che gioca a nascondersi perchè c'è una pattuglia della polizia. Scampato il pericolo si riparte, pronti a fermarci solo dopo i confini.

Non ho mai visto tante forze dell'ordine in autostrada, tra frontiere, caselli e così via abbiamo visto poliziotti e guardia di finanza in tutte le salse. Ma l'assemblaggio pennarello+nastro che abbiamo approntato ha ottimamente resistito ad ogni intemperia ed ha evitato soste impreviste.

Dopo un viaggio faticoso più che lungo arriviamo al casello e festeggiamo con le necessarie foto commemorative. L'avventura è finita ma di certo non la scorderemo facilmente!

Caponord Giorno 16

KM percorsi 950 – TOT 8711 – Odense/Norimberga

Da Caponord 2009


Credevo di replicare le due righe di ieri e invece….

Piccola premessa, fin da quando siamo partiti la moto di Riccardo oltre a sputare olio dalla testata di sinistra e ad avere problemi di batteria faceva il rumore di un motorino scurreggetta, o meglio di quando alle elementari si mettevano le carte da briscola tra i raggi della bici. Il tutto dovuto alla targa, fissata male, con i fermi un po’ molli, che vibrava sotto le scosse del prepotente motore Guzzi.

Oggi ad una delle solite soste in autogrill ci accorgiamo che uno dei fermi era saltato via, al che proferisco parole sagge e misurate: ti serve una fascetta. Dopo aver pagato la benzina, un panino, un gelato, a Riccardo rimaneva solo da prendere le fascette dallo scaffale e andarle a pagare, ma colto da pigrizia ha preferito non rifare la coda alla cassa per la quarta volta.
Manco a dirlo dopo cento km mi sorpassa e mi accorgo che è senza targa. Accostiamo e tra gli improperi mi attivo in un momento art attack, con un foglio di carta e del nastro isolante nero, ma vado largo con i numeri e non ci sto. Per cui decidiamo di fermarci alla stazione successiva e fabbricare una targa più solida. Il cassiere telefona anche agli scandagliatori dell’autostrada, ma non è stata ritrovata. Ci muniamo di nastro adesivo telato, pennarello nero e, dopo aver fatto un bel fondo bianco col nastro sul porta targa, mi accingo a scrivere la sequenza ormai dispersa. L’effetto finale non è malaccio e ripartiamo per il viaggio.

L’incognita saranno le frontiere… anche se in effetti in Europa non c’è mai nessuno a controllare e per mia esperienza è in genere all’ingresso dei paesi che fanno storie, non in uscita. Mah, all’avventura anche domani!

Caponord Giorno 15

KM percorsi 800 – TOT 7761 – Stoccolma/Odense

Ultimi tre giorni di viaggio. Poco da dire. Tanti km. Un paio di ponti, ma già fatti all’andata. Sosta nel solito campeggino per evitare un acquazzone (arriverà?). Meglio riposarsi!!

venerdì 3 luglio 2009

Caponord Giorno 14

KM Percorsi un tot a piedi - TOT come sopra - Stoccolma

Da Caponord 2009


Oggi ci siamo dedicati alla visita della cittá. Non scriveró gran che, saranno le foto a parlare. Confermo che Stoccolma é una bella cittá, detto poi da me che non amo visitare le metropoli.

Sveglia con tutta calma, purtroppo sotto una discreta pioggia, armati di ombrello e giacche antiacqua da moto, ci siamo diretti verso il centro storico per una colazione con te/caffé e torta. Fortunatamente il sole é uscito in fretta.
Si é proceduto ad un giretto non affrettato secondo la Lonely: ci siamo goduti il parlamento, il palazzo reale con tanto di cambio della guardia (i soldatini che smontavano si sono poi infilati in un pullmann giallo... che ridicolo!), la cattedrale e i dintorni.

Verso le tre eravamo giá all'ostello per pranzare con quel che avevamo comprato in una rosticceria pescivendola: gamberetti e patate per me, aringa per Riccardo.
Relax per un paio d'ore, spostamento delle moto davanti all'ostello (dalle 17 non si paga il parchimetro) ed eravamo giá in pista per il giro serale.

Purtroppo si é di nuovo rannuvolato ed ha accennato una pioggerellina fine, per cui, anche un po' stanchi (oggi abbiamo sentito le tirate dei giorni scorsi) abbiamo deciso di tagliar corto, mangiarci un paninello ed andare in ostello.
Lí ci siamo goduti té e caffé e ci siamo messi a leggere un po'.

Domani si parte verso l'Italia, sará triste e noioso, ma come dico sempre io un viaggio senza ritorno non puó esser definito tale!

Caponord Giorno 13

KM Percorsi 630 – TOT 6961 – Umea/Stoccolma

Da Caponord 2009


Stamattina tanti grigi km in programma. Sveglia, colazione, si fanno armi e bagagli e via, poco da dire.
Purtroppo fatto saliente della giornata mi si sono fracassati gli occhiali da sole. Caduti al benzinaio quando me ne sono accorto una macchina ci era giä passata sopra e con grande gentilezza l'ignoto automobilista ha riposto la montatura (davvero resistente) sulla pompa, dove li ho ritrovati.

Arrivati a Stoccolma l'ostello che avevamo scelto si e´ rivelato strapieno, per cui abbiamo dovuto affidarci alle info turistiche che dopo una considerevole attesa ci hanno ripagato con un bell'ostello in una splendida posizione.
Doccia e giretto in citta´, molto bella, a risollevare l´opinione sulla Svezia e sulle citta' scandinave in generale.
Domani visita piu' estesa, per cui a nanna!

Caponord Giorno 12

KM percorsi 640 – TOT 6331 – Finlandia/Umea (Svezia)

Da Caponord 2009


Davanti a noi si pone l’obiettivo di raggiungere Stoccolma. Sapremo in quanti giorni solo una volta in viaggio. Prima di partire il solito balletto da elettrauto con la moto di Riccardo. La sera prima aveva deciso un po’ per fare la prova, un po’ per resistere all’assalto dei moscerini, di togliere semplicemente i fusibili dalla moto e non rimuovere la batteria. La scelta era in effetti un po’ rischiosa essendo noi gli unici ospiti del minuscolo “campeggio” in cui ci trovavamo. Fatto sta che rimessi i fusibili la moto non parte. Inizia una infinita serie di scampanellate per richiamare i proprietari del luogo nella speranza che siano muniti di cavi, ma non otteniamo risposta. Per magia però la moto si riavvia, mistero… Ci avviamo armati di buona lena per macinare quanti km possibili e ci scontriamo contro la dura realtà: le strade finlandesi hanno limiti di velocità più elevati, asfalto peggiore e sono tremendamente dritte e noiose. Il salto di confine non migliora la situazione, pur in un graduale crescendo di qualità urbanistica. La Svezia è più accogliente ma comunque monotona rispetto alla meravigliosa norvegia. Ad interrompere il viaggio le nostre soste per la colazione, a metà mattina e per il pranzo. In occasione della prima scambio qualche parola con una signora svedese che ha abitato in Svizzera per un po’ e quindi parla uno stentato italiano, nella seconda troviamo accoglienza in un ristorantino in cui ci viene servito un piatto “typically Swedish”: due o tre fette di una sorta di prosciutto cotto grigliato, insalatina, uovo all’occhio di bue e salsina. Non male, ma è tristissimo vedere come si mangia all’estero. Il viaggio procede di gran carriera, due gocce di pioggia, tanti autovelox ben segnalati, un mio rotolo di sacchetti a sventagliare come un aquilone mentre si srotolava dal ragno sul sellino posteriore e poco altro.

Siamo arrivati in serata nei pressi di Umea, dove ci siamo fermati per la notte in un campeggio ultraturistico. Ci siamo goduti una birretta (non ho ancora scritto che nei paesi scandinavi l’alcool è costosissimo, nei supermercati non si vende dopo le 20 e che va consumato sul posto, perché hanno gravi problemi con i giovani che si schiantano di sbronze e si macellano il fegato), ci siamo fatti da mangiare e facendo due conti abbiamo stabilito il piano d’azione: arrivo nella serata di domani a Stoccolma, pernottamento, giorno di visita, pernottamento e via verso l’Italia in tre tappe.

Caponord Giorno 11

KM percorsi 445 – TOT 5691 – Caponord/Finlandia (Incrocio 93/E8)

Da Caponord 2009


E così inizia il ritorno. Abbiamo modificato l’itinerario in modo da fare la strada costiera svedese fino a Stoccolma, concedendoci in base alla voglia che avremo una deviazione nella regione dei laghi. Da oggi dovremo marciare, senza una meta immediata perché la guida Lonely dà un ritratto della Svezia abbastanza deludente (ed in ogni caso le attrattive sono nel sud che abbiamo già attraversato).

Si parte con calma, con l’idea di fare colazione per strada. Se non che Riccardo rimane senza benzina lungo la strada che scende da Caponord (occhio che i benzinai sono molto radi). Per fortuna siamo vicini ad un negozio di souvenir, per cui entro per chiedere se hanno della benzina, mal che vada andrò al paese più vicino (a 20 km di distanza) con la mia tanica di emergenza a prendere un paio di litri. All’interno la gentile signora mi chiama il marito, un omone dalla faccia da Pino Insegno, estremamente gentile e soprattutto motociclista come noi. Ha una R1200GS adventure, che dice di aver comprato proprio perché ha il serbatoio enorme ed ironizza sulla Guzzi di Riccardo, ammiccando a me che ho un GS. Scopriamo che viene regolarmente in vacanza in Italia, l’ultima volta in Sicilia. Gli dico che speriamo di potergli offrire un caffè, e non benzina, al suo prossimo viaggio. Lui non vuole nulla per il carburante e Riccardo acquista qualcosa nel negozio, che tra l’altro offriva manufatti d’oro e d’argento di buona fattura (e quindi carucci).

Ripartiti ci siamo fermati ad Olderfjord per la colazione diventata pranzo, io mi sono goduto tremendamente i miei auto costruiti panini al salame (soprattutto perché avevo fatto colazione con una bottiglietta d’acqua e polase) e la coca cola. Un’occhiata alla carta, si imposta il navigatore e si riparte.

Di qui in poi tanti km, un cielo con nuvole a sprazzi ma la temperatura che torna sui 20°C dopo gli 8 di Caponord. Ci svestiamo lungo il percorso, passiamo in Finlandia che è un’ora avanti, ha l’euro e ha dei limiti di velocità più alti su strade peggio tenute che in Norvegia. Dopo 440 km ci fermiamo prima di imboccare la E8, in un posticino con hytte dalla forma strana, a rombo, molto spaziose e super economiche: 25€ a notte! Il resto dell’insediamento è un po’ molto alla buona, ma ci si adatta. Nota negativa moscerini e zanzare in quantità, ma ci chiudiamo in casa e siamo al riparo. Riesco anche a sniffare il wifi non protetto della proprietaria (credo) ma mi chiude la connessione prima che abbia scritto il diario di bordo e quindi dovrò rinviare l’upload, magari a domattina.

Caponord Giorno 10

KM percorsi 278 – TOT 5246 – Alta/Caponord

Da Caponord 2009


Finalmente è arrivato il grande giorno. Oggi approderemo alla meta del viaggio, il punto più a nord d’Europa. Il kilometraggio è volutamente scarso per poter assaporare l’arrivo al meglio. Ci alziamo di buon mattino e via!

Chi mi ha detto che arrivare a Caponord in realtà è solo uno sfizio, il gusto della meta fine a se stesso, non ha capito nulla o semplicemente non è un motociclista. L’ultimo tratto di strada, in particolare i 120 km da Olderfjord, è semplicemente meraviglioso. Ampie curve su di un percorso tortuoso ma guidato, medie orarie sostenute e non stancanti, monti sempre più spogli, l’acqua dei fiordi lambita dal vento, in una poesia di saliscendi che ti inviterebbero a guidare ancora per ore. Tra l’altro, come avevo letto in altri report di viaggio, i cartelli che segnalano l’attraversamento delle renne vengono finalmente onorati in questo tratto. Anche noi abbiamo dovuto fermarci perché la strada era sbarrata dalle renne, che abbiamo nuovamente incontrato diverse volte sul nostro percorso.

Arrivati in cima abbiamo fatto le foto di rito, io ho visitato la cappella dedicata a San Giovanni per fare un ringraziamente e la mia solita richiesta di assistenza (non proprio stradale…) e buttato un occhio nel museo tailandese (un re tailandese è venuto a Caponord e da allora questa è divenuta meta di continui pellegrinaggi dei suoi sudditi). Dopodiché ci siamo rifocillati con un hotdog ed un insalata, di gamberetti io e di patate Riccardo. Infine ci siamo lanciati all’acquisto di souvenir, così ho potuto mettere le mani sui due sacri oggetti del mio desiderio: l’adesivo da mettere sul parabrezza e la pin da mettere sulla giacca.

Finito di sollazzarci siamo scesi di una decina di km per trovare posto nel campeggio adiacente. Subito dopo ci siamo cambiati e lanciati nell’escursione che porta al Knivskjelodden, vero punto più a nord d’Europa (Caponord era stato ritenuto tale dall’esploratore, inglese direi, che vi giunse mentre cercava il passaggio a nord est). La guida e la proprietaria del campeggio ci dicevano che era una camminata di 9 km andata e ritorno di circa 6 ore. Spavaldamente ci siamo avviati armati di una bottiglietta d’acqua a testa. Come due stronzi abbiamo immediatamente sbagliato strada allungando al meno di un’ora e mezza facendo una scoscesissima pietraia, poi ci siamo ricongiunti al sentiero vero ed abbiamo proseguito, con un freddo ed un vento sferzanti. Non senza fatica siamo arrivati alla meta, in cui si custodisce un registro in cui firmare la propria presenza ed in cui io ho disegnato un paesaggio della veduta di Caponord che si staglia lì di fronte. Poi è ripresa la camminata per il ritorno. Ed è stata la tragedia. Avendo saltato la colazione, avendo pranzato con un micragnoso hot dog ed avendo io sudato al solito come un porco sono andato contemporaneamente in ipoglicemia e con gli elettroliti sotto i piedi. Dopo una salita esagerata ha cominciato a girarmi la testa a tratti, ma soprattutto le gambe non mi reggevano più. A più di due ore di cammino dal parcheggio dove avevamo lasciato le moto mi sono accasciato addosso ad una delle pile di sassi che contrassegnavano il cammino, per prendere un po’ di fiato. Dire che non mi sono mai sentito così sfinito è un eufemismo. Per altre due volte mi sono rialzato e mi sono riseduto, ogni volta che facevo franare il sedere per terra mi sembrava di essere in una scena da film in cui ti dicono “Non addormentarti, qui fa freddo, dobbiamo andare avanti!”, perché avevo solo voglia di stare lì e dormire. Spinto da Riccardo a non fermarmi non so come ho messo un piede davanti all’altro e ce l’ho fatta. In alcuni momenti ho davvero creduto che sarei rimasto lì se non mi fossero venuti a prendere in barella. Un enorme grazie va a Riccardo che mi ha fatto da spalla per un bel pezzo, un grazie più piccolo alla tizia che lungo il tragitto mi ha rifilato delle caramelle gommose squallide, probabilmente senza zucchero, che mi hanno fatto star anche peggio, un enorme grazie anche alla signora tedesca che nel parcheggio mi ha dato una fetta di pane e salame ed uno yoghurt.

Tornati alla hytte, con un freddo boia perché avevo le maglie fradice, mi sono messo a letto, mi sono goduto il polase (e i crampi alle gambe per cui lo ho preso…), il risottino delle buste ed un meritato riposo. Da questa avventura ho imparato che non andrò mai più a fare un’escursione senza cibo a sufficienza per una settimana e soprattutto con una giacca da moto che pesa 5 kg. Rimane però la soddisfazione di un ricordo indelebile della giornata a Caponord e di aver lasciato una firma sul registro che è in effetti la vera meta del viaggio.

lunedì 29 giugno 2009

Caponord Giorno 9

KM percorsi 610 – TOT 4968 – Lodingen/Alta

Da Caponord 2009


Giorno di trasferimento, c’è da sfacchinare. Ma l’imprevisto è dietro l’angolo: la moto di Riccardo ancora non parte, sempre la stessa storia. Ormai non ci facciamo più allarmare, sgrattata ai contatti, pinzata al cavo… ma niente. Mentre lui continua a pistolare inizio a fare il giro del campeggio per chiedere ai vicini se hanno i cavi per avviare la moto. Passo da un tizio anglosassone con auto noleggiata in svezia, ad un norvegese con labrador nero ad un paio di camper, ma nessuno è dotato. Alla fine fermo un camper che stava andando via e per magia ottengo un bel booster con cui avviare la moto. Parlottando nei bagni mentre ci laviamo le mani un astante ci consiglia di smontare la batteria alla notte, così proveremo a fare.

Per il resto poco da dire, 600 km di un fiato, paesaggi bellissimi, tanto freddo, poca acqua, un uccellino che si è suicidato nella mia moto. Siamo arrivati ad Alta dopo due soste per cioccolata calda e panini, domani ci aspetta Caponord.

domenica 28 giugno 2009

Caponord Giorno 8

KM percorsi 230 + traghetto – TOT 4368 – Bodo/Isole Lofoten/Lodingen

Da Caponord 2009


Come programmato alzata presto, ci si dà una mossa e alle 8 si è già al molo, pronti per l’imbarco. Scopriamo dopo che le moto salgono per prime e che quindi potevamo prendercela più comoda. In realtà è tutta una scusa per sfruttare il wifi della sala d’aspetto. Così controlliamo le mail, io ricarico il cellulare tramite l’internet banking e aggiorno il blog. Non ho avuto l’accortezza di cercare notizie sulla morte di Michael Jackson, di cui siamo venuti a conoscenza da un giornale scandalistico in un supermercato.

Il viaggio in traghetto dura 3.30, una buona parte spesa a fissare le moto nella stiva (ecchecchezzo, paghiamo pure e ci tocca lavorare). Con una maldestria degna di Fantozzi e Fracchia riusciamo a portare a termine l’ingrato compito, le moto ne usciranno sane e salve, per cui non abbiamo fatto disastri. La traversata ci permette di spaparanzarci sul ponte e prendere un po’ di sole, coperti come mummie perché c’è un’aria gelata. Nella sala d’attesa leggiamo le guide Lonely sulle Lofoten e sulla Svezia (che a quanto pare non offrirà enormi attrattive).

Sbarcati ci lanciamo all’esplorazione delle isole, partendo da A (che si legge O) a risalire. Paesaggi davvero meravigliosi, montagne che si immergono in un mare blu, azzurro e verde acqua, nuvole che scendono dal crinale come versate da qualche divinità capricciosa, casette di pescatori fiancheggiate dalle strutture per essiccare il merluzzo ed ottenere il pregiato Stock fish (o stoccafisso per noi). Il tutto condito da un freddo pungente che ci ricorda che i 28°C dei giorni scorsi erano l’eccezione e non la regola. Ad A visitiamo un forno storico, assaggiando il pane, davvero buono. Riprendiamo poi la strada, la E10, per risalire le isole, con un bellissimo itinerario, toccano una punta minima di 11°C per cui ci imbacucchiamo come possiamo. Ritornati sul continente decidiamo di fermarci nei pressi di Lodingen, in un campeggio brutto per le premesse ma super attrezzato nella Hytte (persino la TV!). Siamo un po’ stanchi per il freddo e per i giorni scorsi per cui speriamo di riposarci un po’, domani dovremmo macinare più strada possibile per sfruttare al meglio la visita a Nordkapp.

sabato 27 giugno 2009

Caponord Giorno 7

KM percorsi 600 – TOT 4138 – Grong/Mo i Rana/Bodo

Da Caponord 2009


Come annunciato oggi si sfacchina. Ci si alza alle 7 e alle 8 e mezza siamo già in moto. L’obiettivo è avvicinarci il più possibile a Bodo e raccogliere informazioni lungo la strada riguardo i traghetti che da lì portano alle isole Lofoten, imperdibili a quanto si dice. La nostra strada è la E6 che taglia tutta la Norvegia da Oslo fino a Narvik, quasi fino a Caponord. Oggi si viaggia bene, ci manteniamo in tabella di marcia facilmente. Qualche lavoro in corso ma poca roba, niente pedaggi, qualche ponte e niente traghetti. Ci fermiamo per la foto di rito al passaggio nella regione Nordland (la più settentrionale dello stato) e sfruttiamo il punto info turistiche per quel che ci serve.

Proseguiamo fino a Mo i Rana, descritta come accogliente dalla guida… in realtà noi abbiamo notato solo la preannunciata architettura “a cubo” per il resto mangiucchiamo qualcosa e rimaniamo ancora delusi (ormai senza sorpresa) dall’ennesima città anonima.
Lungo la strada il paesaggio comincia a cambiare, la vegetazione si fa rada, bassa, le montagne sono ora spoglie. Ricorda molto una vista alpina. Quando ci fermiamo per fare delle foto vediamo davanti a noi un cartello “Artic circle 2 km”. In un paio di minuti siamo pronti a oltrepassare la linea invisibile che un po’ ci fa capire quanto siamo lontani da casa. Non posso resistere e compro il souvenir cazzata: apribottiglia calamitato che recita “I crossed the Artic Circle, 66° 33’ “

Nonostante le soste arriviamo a Bodo con una buona media oraria dopo quasi 600 km. Giriamo un po’ come al solito per trovare un posto dove dormire (ci affacciamo anche in un hotel economico, così dice la Lonely, da cui fuggiamo prima di sapere il prezzo di una stanza), facciamo benzina, spesa per cena e colazione e ci informiamo al porto per i traghetti. Lì incontriamo i primi italiani del viaggio, in attesa del traghetto delle 00.45. Non hanno prenotato un posto per dormire… considerando il freddo che scende di notte non li invidiamo per nulla. Noi optiamo per il più tranquillo trasferimento delle 10.15 di domani. Il viaggio è ancora lungo ma la meta mediana si avvicina.

Caponord Giorno 6

KM percorsi 440 – TOT 3538 – Molde/Atlantic Road/Trondheim/Grong-60

Da Caponord 2009


Stamattina si comincia con calma, colazione lauta con caffè, tè, pane e marmellata e pure una banana. La calma però è troppa e ci si mette in moto alle 10, con tanta strada da fare. Percorriamo la strada atlantica nei due sensi, 8 km di curve e ponti disegnati da un architetto pazzo ma con molto gusto, facciamo le foto di rito e ci avviamo verso Trondheim. Purtroppo la E39 che dobbiamo percorrere è costellata di lavori e ci tocca una deviazione su di una strada secondaria. Prendiamo un altro traghetto, abitudine a cui dovremo assuefarci finché siamo in Norvegia.

Alle 15 si arriva a Trondheim, facciamo un giretto, mangiamo roba nel mercato in cui suona un tizio tale e quale ad Elton John, diamo un’occhiata alla cattedrale, al palazzo reale, al ponte più bello della città e arriviamo alla conclusione che le visite urbane sono davvero deludenti, soprattutto se comparate alle meraviglie naturali che il paese offre.

Alle 17 siamo di nuovo in sella, pronti per avanzare lungo la E6 che ci porterà fino alla meta. Dopo due ore decidiamo di cercare dove dormire, con un primo tentativo fallito per sbagliate indicazioni del TomTom, un secondo abortito per il costo eccessivo (540 corone, che equivalgono a circa 60€ per una sola notte) e per il concomitante odore di letame che pervadeva il campeggio, finalmente il terzo è stato un successone. Un posto stupendo, circa 60 km a sud di Grong, che si affaccia su un fiordo, condito di gabbiani un po’ troppo ciarlieri, erba tagliata all’inglese (o alla norvegese?) e birra con cui annaffiare la nostra pasta alla pescatora. Purtroppo domani ci aspettano tanti km e basta, dopodomani dovremmo visitare le Lofoten, ma sappiamo già che saranno l’ultimo punto di vero interesse prima di Caponord.

Caponord Giorno 5

KM percorsi 440 – TOT 3098 (un tot per dormire e mangiare) Lillehammer/Geiranger fjord/Molde

Da Caponord 2009


Carichi come molle ci alziamo e prepariamo tutto, puliamo la Hytte come richiesto alla reception (per risparmiare quelle 150 corone) e via che si va. Se non che la moto di Riccardo è ancora muta. Lanciati gli accidenti di rito si smonta dalla moto e si inizia il balletto di contatto con l’assistenza Moto Guzzi norvegese. Tramite il padre dell’appiedato si riesce a farci telefonare e ci dicono che in ogni caso di sarà da aspettare un paio d’ore. Andiamo alla reception per rendere la chiave e chiedere se ci si può collegare ad internet per cercare le officine moto guzzi più vicine. Manco a dirlo internet è fuori uso e aspettano il tecnico per ripararla. Ritorniamo alla moto ragionando di cosa può essere e alla fine si arriva a parlare di contatti ossidati. Armati di lima si sgrattano per bene morsetti e batteria e… magia! La moto parte! Telefoniamo all’assistenza per disdire la chiamata, ricarichiamo tutto, ingiuriamo l’elettronica che ha dovuto cedere all’intelletto umano e ci prepariamo a ripartire. Ma quando siamo tutti belli pronti la moto è muta di nuovo. Comincio a caricare la roba di Riccardo sulla mia per facilitare le operazioni del meccanico che dovremo in un qualche modo incontrare a Lillehammer ma… ennesima magia!! Ricky fa un ultimo tentativo di grattata e nota anche un contatto lento, una stretta con le pinze e siamo a posto! Si parte alla grande con tre ore di ritardo sulla tabella ma con tanto entusiasmo.

Da qui inizia un bellissimo viaggio, fatto di strade fiancheggiate da foreste, laghi, mucche per la strada, fino a risalire lungo la strada delle Aquile il fiordo di Geiranger, meraviglioso, senza parole per descriverlo. In un tornante riesco anche ad appoggiare la moto in terra perché un pullmann si è fermato per farne passare un altro, ma il san paramotore ha fatto il suo mestiere, per cui ne usciamo indenne io e la GSona.
Ciò detto abbiamo proseguito verso Molde, prendendo i nostri primi due traghettini, che per i locali sono un po’ degli autobus. Infatti alla domanda “Ma quand’è che parte l’ultimo?” ci è stato risposto “Vanno avanti tutta la notte”. Arrivati a Molde abbiamo girato come matti prima per trovare da dormire, poi per un supermercato, poi per un bancomat… abbiamo finito di cenare alla mezza, con la luce ancora fuori. Sarà meglio dormire, perché domani si fa la strada atlantica e poi si punta a Trondheim.

Caponord Giorno 4

KM percorsi 360 – TOT 2658 Tanumshede/Oslo/Lillehammer+10

Da Caponord 2009


Ieri si è deciso di andare a visitare Oslo senza dormirci, deviando poi verso Alesund e non Bergen alla ricerca del fiordo suggerito dalla Lonely e non dal Touring. La mattina viene animata da un’amara sorpresa: la batteria di Riccardo è a terra. Dopo coreografici tentativi di partenza a spinta chiediamo aiuto ai presenti fino ad incappare nel gentilissimo Ulrich, tedesco sulla sessantina in vacanza anche lui (in auto) verso Caponord. Cavetti magici e si riparte. Passato il confine benzina con problemi di pagamento per Riccardo, il cui bancomat viene accettato o no secondo un criterio casuale. Incrociamo di nuovo Ulrich anche lui verso Oslo. Non ripartiamo prima che il solito Ricky acquisti l’olio per la moto (che è molto basso perché lo sputa come fosse un drago), prendendo quello giusto al terzo tentativo con l’aiuto della gentile commessa. Tutto questo mi ha richiamato alla mente Captain Slow di Top Gear, un po’ anche per la flemma nel rivestirsi per ripartire.

Ad Oslo abbiamo visto la città, di cui in realtà ci sono piaciuti il porto e la fortezza, per il resto le nostre città la battono 10 a 0. Rimontati in moto verso Alesund fatti due conti valutiamo che ci fermeremo lungo la E6 (splendida, tra laghi, foreste, montagne) vicino Lillehammer, teatro delle Olimpiadi Invernali del ’94. Dopo alcuni tentativi troviamo sistemazione in un graziosissimo campeggio con hytte, si mangia un buon minestrone e poi si fa un giretto senza trovare una birrina. Prima di dormire, guida alla mano facciamo due conti e rielaboriamo l’itinerario: cassiamo Bergen e optiamo per il Geiranger Fjord e la Strada delle Aquile, per poi raggiungere Molde, fare la strada Atlantica e dirigerci verso Trondheim, così dovremmo anche recuperare un giorno sull’itinerario previsto (e riposarci un po’ al ritorno non ci fa schifo!).

PS: Riccardo scopre dalla Lonely che questo posto (Quality Hotel) è accanto al Family Park che è messo al n°1 della Top Ten dei da fare!

Caponord Giorno 3

KM percorsi 510 – TOT 2298 km – Copenaghen/Malmo/Goteborg/Tanumshede

Da Caponord 2009


Partenza da Copenaghen alla volta della penisola scandinava… sbagliando direzione ed allungando aggratis di quei 15-20 km. Ripresa la bussola ci siamo mossi verso Malmo in Svezia, raggiunta con un bel ponte (ovviamente a pagamento). Da lì abbiamo proseguito lungo la E6/E20 in direzione di Goteborg. La visita alla città è stata piuttosto deludente, un centro senza pregi, con molti negozi, in compenso si stavano svolgendo gli europei di calcio Under 21 e abbiamo visto dei bei parchi. Dopo un pranzo con baguette via verso Tanum. Stupenda la strada ed i paesaggi, soprattutto la 163.

La serata si è conclusa nel campeggio di Tanum, in una minuscola ma accogliente Hytta. Scambiate due parole con Pe’er (così suona) che è alla reception, ci vengono decantate le qualità delle incisioni rupestri qui presenti, strettamente collegate alla Val Camonica. In effetti andiamo a fare un giretto nell’antistante parco storico e non è poi così male. A mo’ di teatrino dei tedeschi arrivano tardi, fanno casino col clacson e sono mandati via con dei gran Raus Raus. Noi invece ci riposiamo per il giorno successivo.

lunedì 22 giugno 2009

Caponord Giorno 1/2

KM percorsi 858/930, TOT 1788 km Modena/Gersfeld/Copenaghen

Da Caponord 2009


I primi due giorni son passati, per la mia scaltrezza non ho qui la roba per allegare foto, per cui procederò in un secondo momento.
Questi due giorni sono decrsi tra tanti km, code, lavori, acqua, fatica ma anche la soddisfazione di essere arrivati fino a Copenaghen tutti interi.
Ieri siamo riusciti a farci delle grasse risate nonostante la cottura a puntino, in particolare quando entrati in un locale per cenare abbiamo chiesto "Is it still possible to eat?" e in tutta risposta ci hanno indirizzato alla toilette...
Oggi invece abbiamo attraversato un ponte stupendo che collega le isole Danesi, con un pedaggino carino carino...
Domani si approderà finalmente in Svezia, direzione Goteborg e poi il più vicino possibile ad Oslo.
Avanti coi carri!

giovedì 21 maggio 2009

A Long Year

Non dovrei avere fretta. Ad essere onesti sono in anticipo di una settimana, ma per la voglia che avevo di buttare giù due righe ho aspettato fin troppo.

Ieri (domenica 10) ho fatto l’ultima lezione del mio secondo anno di improvvisazione di lunga durata, Long Form appunto. Quest’avventura è cominciata dopo aver preso contatto col Match d’Improvvisazione Teatrale, per la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e più sfaccettato. Il corso a cui sono alla fine approdato è un concentrato di informazioni, una miniera di risorse che spingono a riscoprire lati sopiti del proprio io e del proprio corpo, in un invito a sentire e sentirsi, ascoltare e comunicare.

L’obiettivo è portare in scena il Jam Theatre, un format di origine fiorentina, che partendo da una parola suggerita dal pubblico vede nascere, intrecciarsi e dipanarsi diverse storie uniche ed irripetibili. Oscillando tra le risate e le lacrime (magari!) si ha tra le mani un contenitore dalle potenzialità infinite, che mette a dura prova l’attore. Sono infatti convinto che questo tipo di spettacolo richieda salde doti tecniche e profonde qualità attoriali e proprio per questo mi ci rapporto con un grande timore reverenziale.

Il fascino che un’impresa del genere può proiettare su chi ama il teatro è evidente, ma il risvolto della medaglia è lo scoglio di una resa scenica molto complessa, che mette in mano all’attore anche il ruolo di regista e sceneggiatore, col rischio di spegnere la fiamma dell’improvvisazione in qualcosa di artefatto, banale o costruito. La fatica di mantenersi nella Qualità è tanta, la meta è lontana, ma ciò la rende a maggior ragione affascinante.

Devo confessare che dopo il primo anno di corso ed un saggio che mi ricordava un Match dilatato nel tempo, senz’altro divertente per il pubblico ma con poca profondità, mi ero piuttosto scoraggiato. Le lezioni erano semplicemente meravigliose, ma anche molto faticose ed ansiogene, per un tipo cerebrale come me. Il week end mensile che mi lanciava in questo mondo era condito dall’ansia di capire, di fare giusto, di non sbagliare. Quando il cervello si mette a frullare vorticosamente però il fisico ne viene annullato e quindi lo sforzo si moltiplica. Ma l’ansia si scioglieva di fronte a risultati inaspettati, a sensazioni emerse senza essere cercate, ad incontri fortuiti ed intensi.

Questa è stata la mia motivazione. Continuare un percorso che mi riportava a me stesso, fornendomi strumenti da spendere sul palco e sulla strada di tutti i giorni.

Poi, piano piano, l’ansia ha cominciato a sfumare, a lasciare spazio al piacere di scoprire, alla convinzione che sbagliare è relativo ed è soltanto una declinazione del verbo imparare. Pur senza avere la fretta di salire sul palco ho avuto la possibilità di fare tre spettacoli. Quando ho scoperto che avrei partecipato al primo sono stato colto da un’enorme agitazione. Mi sentivo ancora inadeguato, non avevo per le mani la struttura dello spettacolo, ero inchiodato su me stesso. Però è passato. Ho fatto quel che mi sentivo, mi sono divertito e mi sono sbloccato. E’ rimasta la voglia di fare e la tranquillità di aspettare il momento giusto, cullato da lezioni sempre più avvolgenti .

Ora continuo a chinare il capo di fronte al Jam Theatre che vedo ancora su una vetta da scalare, soprattutto dopo aver visto chi lo sa fare davvero, ma la mia è una riverenza spavalda, non ossequiosa né rassegnata. Giorno dopo giorno sto affilando la piccozza, con tutte le intenzioni di conquistarla.

Di un anno mi rimangono tante sensazioni e tanti momenti, principalmente incontri, alcuni tesi altri fluidi, tutti travolgenti. Partire dal corpo per comunicare in maniera istintiva è qualcosa di meraviglioso, senza parola riusciamo ad essere molto più efficaci e diretti, dando voce alla nostre sensazioni. Ascoltare, sentire, rispondere. Cose talmente semplici da far tremare i polsi quando si manifestano. In questo ringrazio i miei compagni di percorso, con cui ho instaurato un contatto vero, trovandomi spesso a godere della loro presenza con un’intimità difficilmente replicabile. Tra le mura del Gramelot si diffonde un’energia che ha del mistico, cucendo con un filo di seta i pensieri e le intezioni di chi ospita.

Una parentesi merita il lavoro sul Neutro che abbiamo fatto grazie a Lea (davvero Grazie, Lea!). Partendo da una condizione di neutralità fisica ed emotiva, siamo entrati in contatto col nostro personaggio, vedendolo, ascoltando le sue risposte, vivendone le emozioni internamente pur dietro un maschera impassibile. Ho visto amici piangere per il dolore di un suicidio che è stato scritto e concertato più di mille anni fa, ho sentito assieme a loro il gelo ed il calore della vita, ho vissuto io stesso l’abbandono totale per la conquista dell’altro da sé.

Quando ho pensato di aver corso il rischio di non provare tutte queste cose, solo per la paura che una struttura mi poteva istillare ho riso di me stesso e mi sono compiaciuto di essere testardo ed aver perseverato.

Tra una settimana si farà il saggio di fine anno, chissà che ne salterà fuori, sarà comunque un bel saluto ad un lungo, intenso anno.


Evidentemente sono di una lentezza scandalosa nel pubblicare i post... ho fatto in tempo a fare il saggio, che è andato anche abbastanza bene, ci siamo divertiti. Vedo che progressivamente sto prendendo confidenza, per cui ormai non ho più scuse, bisogna davvero portare in scena belle cose!

mercoledì 20 maggio 2009

Ridere

Era molto tempo che non ridevo in questo modo. Di sghignazzate ne ho fatte e ne continuo a fare di grasse e saporite, bazzicando soggetti a tratti folli e incontenibili. Ma di risa ce ne sono di tanti tipi, scatenate dalle più diverse situazioni. Risate dolci, amare, sciocche, immotivate, sforzate, genuine o solo accennate.

E’ un vero godimento quando ti prende una risata spontanea, cristallina, incontrollabile, che lasci fluire senza paura e senza sapere quando finirà. Una risata che apre i rubinetti dell’anima e lascia che questa si sfoghi e sgorghi copiosa, liberandosi di ansie e paure, fino a sgombrare completamente petto e mente. Una vera valvola di sicurezza che facendo tabula rasa permette di riprendere il calamaio e disegnare con tratti nuovi il nostro essere. Difficile prevedere la percezione dall’esterno, ma viverla è meraviglioso.

Meraviglioso è ancora più il motivo che la fa scaturire, quando è pace, tranquillità, calore. Ritrovare una sensazione che si credeva persa e che si temeva di non recuperare mai più, riscoprire il piacere di un gesto che è dare ed essere al contempo. Ritrovarsi e capirsi, tornando a percepire chi siamo noi in virtù della realtà che abbiamo definito intorno a noi stessi.

E allora si ride, perché si percepisce quanto siamo piccoli e sciocchi e quanto poco ci basterebbe per essere felici.

[Un video che calza a pennello...]


giovedì 16 aprile 2009

Senza veli

E' facile spogliarsi.
E' sufficiente inanellare una sequenza di gesti semplici e ripetitivi.
Gesti quotidiani, magari caricati di un nuovo significato.
Ed è facile sedere lì, quando l'imbarazzo si trasforma in calore.
Si prosegue senza difficoltà come una biglia posta su di un piano inclinato.

Ma com'è difficile mettersi a nudo.
Non ci sono circuiti motori che possano innescarsi in modo automatico e reiterato.
Si palpa la densità di una riluttante incertezza e l'attrito che pensieri prima e parole poi oppongono nel flusso che si vorrebbe avviare. E si sa che l'attrito genera calore.
Quando il ronzio di ingranaggi poco oliati va a confondersi col frenetico pulsare del muscolo cardiaco è difficile mantenere la lucidità che la situazione richiederebbe.
Sì, no, forse sì, anzi no, ma certo, no davvero, non si può. Devo.
E mentre i polpastrelli scivolano su di una superficie sublime e inattesa, nuova linfa sembra spandersi tra i denti delle ruote che prima stentavano a ingranarsi.
Il ronzio va scemando, l'attrito si riduce, ma non il calore che cresce incontrollato fino a trovare sfogo in uno sfiatare lessicale che difficilmente possiamo modulare. Tanto maggiore la pressione a monte, tanto più intenso il fischio che ne deriva riecheggiando tra le pareti della calotta cranica.
Ed il cuore prosegue a dimenarsi, vincolato com'è alla parete toracica.
Lo sbuffo solleva anche l'ultimo tulle che con pudore avevamo tenuto indosso, e mentre questo svolazza dolcemente, andando mollemente a riguadagnare il proprio posto, ascoltiamo cosa sta per succedere fuori da noi.
E la linfa comincia ad essere esausta, cedendo al cigolio rugginoso degli ingranaggi che perdono velocità.

Sì, no, forse sì, anzi no, ma certo, no davvero, non si può.
Si vedrà.

venerdì 20 marzo 2009

Il Panino più Buono del Mondo

Se qualcuno ha avuto l'occasione di vedere lo splendido Spanglish con Adam Sandler, dal regista di Qualcosa è Cambiato, non potrà essersi dimenticato del glorioso panino che il protagonista si prepara dopo il lavoro.
Quando vidi per la prima volta il film nei contenuti speciali trovai la ricetta e quindi anche io ho potuto godere di questa prelibatezza americana.

Recentemente mi è tornato in mente e l'ho riproposto in casa, riscuotendo grande successo, per cui ho deciso di rendervi partecipi e lasciarvi decidere se rischiare la vostra linea e la vostra rigorosa dieta (vero Mari?) fornendovi tutte le info necessarie alla preparazione.
Mi raccomando, servite il panino tagliato in due facendo colare il tuorlo!

Ingredienti

3-4 striscioline di bacon
2 fette di formaggio
2 fette di pane toscano
1 cucchiaio di maionese
4 fette di pomodoro
2 foglie di lattuga
1 cucchiaino di burro
1 uovo

NB: come formaggio io ho usato dell'Edamer, al posto del bacon si può mettere dello Speck, meno pesante, più raffinato

Preparazione

1. Abbrustolire il bacon fino a renderlo croccante, asciugare su carta da cucina
2. Mettere il formaggio su una feta di pane. Abbrustolire o mettere in forno fino a farlo sciogliere
3. Spalmare la maionese sull’altra fetta, coprire con bacon, pomodori e lattuga
4. Far sciogliere il burro su una padella antiaderente, friggere l’uovo mantenendo il tuorlo liquido
5. Adagiare l’uovo sulla lattuga e coprire con l’altra fetta di pane (formaggio a faccia in giù)
6. Impiattare e tagliare in due il panino, lasciando colare il tuorlo

Caratteristiche Nutrizionali

Ogni panino (4 fette di bacon) contiene:
1,115 calorie, proteine 52 g; carboidrati 50 g; fibre 4 g; grassi 48 g di cui 30 saturi; colesterolo 346 mg ; Sodio 2,192 mg

ACDC

Grande concerto ieri sera!
Ho le orecchie che mi fischiano e che mi fischieranno per un'altra settimana!
Grande spettacolo, sti vecchietti rocckeggiano ancora alla grandissima!

Perle della serata: il nostro rock 'n' roll bus, la bambolona gonfiabile, Back in Black, TNT e il bis con Highway to Hell.
ROCK 'N' ROOOOOOL!