mercoledì 24 dicembre 2008

Il sole oltre la nebbia

Come ogni anno ho onorato il rito che mi vede cavalcare la mia insostituibile motarella ed andar girovagando per i dintorni modenesi la vigilia di Natale.
A questo giro devo ammettere che la giornata non prometteva gran che, visto il nebbione impenetrabile ed il freddo pungente, ma si sa che volere è potere (ed anche che per certi versi sono un irrimediabile cretino).
Ad ogni modo è bastato salire un minimo in altitudine per superare la densa coltre di nebbia che avvolgeva la bassa padana e godere di uno splendido sole, riflesso sulla strada ancora umida e luccicante per il sale sparso nottetempo.
Invogliato anche dalla temperatura accettabile mi sono avviato verso Puianello, classica meta dei miei giri più brevi, per poi proseguire verso Marano e da lì Zocca, fino a Bologna alla Madonna di San Luca, verso cui ho sempre un debito di riconoscenza (a suo tempo promisi che sarebbe stata la mia prima meta una volta presa la tanto desiderata patente A e da allora non posso che tornare a salutare un paio di volte all'anno).
L'itinerario ha comportato che io mi ri immergessi in quella specie di vapore rappreso che intasava la conca bolognese, reso tra l'altro grigiastro dallo smog.
Ma così mi son potuto godere la risalita al santuario, mentre la foschia si diradava ed i raggi di luce riprendevano a filtrare. Mi sono ritrovato davanti uno spettacolo unico, l'edificio che pian piano si definiva tra sbuffi biancastri, dominando le colline circostanti.
Ho fatto due passi e sono entrato nella chiesa, dove per puro caso si trovavano delle vecchine di provenienza non ben definita (parlavano forse francese) che si sono messe ad intonare un coro di preghiere davanti all'altare, facendo rieccheggiare un'atmosfera calda e solenne tra le mura ed i banchi.
Uscito dopo la breve sosta, la nebbia stava prendendo la sua rivincita, invadendo rapidamente il cortile abbracciato dalle scalinate. Così pure la vallata circostante si allagava di soffici onde.
Ho rimesso il casco, i guanti e sono montato in sella, lasciandomi alle spalle il santuario mentre veniva inghiottito dalla stessa coltre in cui mi andavo ad immergere.



















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