giovedì 22 maggio 2008

GNU allo stato brado

Il 17 e 18 maggio 2008 hanno visto prendere forma della uscita marittima degli GNU, lanciati allo stato brado.
La partenza alle 8 precise da casa Iscra in quel di Spezzano. Naturalmente a bordo della Gianni-mobile alimentata a speranza e buona volontà (metano).
Sotto la guida del solerte navigatore Tomotomo sono state recuperate le rimanenti pulzelle in ordine alfabetico (Mari e Ross) per poi partire alla volta dell'autostrada.
Il tempo si è immediatamente dimostrato raggiante, con un riverbero che brillava nell'aria come sugli scogli dove il mare va ad infrangersi, costringendo l'autista della combriccola ad azionare i tergicristalli, alla ricerca di un po' di ombra e ristoro per i stanchi occhi.
Giustamente le fanciulle abbisognavano di un adeguato ristoro, per cui l'allegra comitiva ha dovuto fare tappa in un prestigioso Autogrill, dove si è potuta saggiare la sagacia del menu mattina che abbina succo di frutta pasta e caffè.
Ripartiti dopo un rinfrancante ristoro si è fatta rotta verso Punta Marina, per la precisione verso il sontuoso Hotel Otello (nome che denota grande originalità e spirito creativo). Non una, non due, ma ben tre stelle campeggiavano sull'insegna lasciando alla truppa il presagio dei fasti a cui stavano per abbandonarsi.
Immediatamente alla reception si è presentata una ragazza di grande energia, prorompente ed esplosiva che in un turbine di emozioni ha fatto notare che il computer stava ancora avviandosi e che quindi dovevamo aspettare per il check in (tra l'altro la folla urlante che era stata temporanemente celata in altra sede rendeva ASSOLUTAMENTE necessaria la prenotazione che la diligente la Vale aveva approntato).
La camera resa disponibile era sontusoa e fantasticamente arredata, con ventola a pale al soffitto, aria condizionata, vista sulla piscina e, dulcis in fundo, letto a castello con baratro lato muro e lenzuola drenanti che favoriscono la circolazione fasciando le membra. Dopo pochi istanti di riassestamento il quartetto è partito alla volta di Ravenna, perchè il sole era troppo forte per andare in spiaggia, il rischio di insolazione era infatti eccessico. Dopo un circospetto girare la vettura è stata abbandonata previo pagamento della necessaria gabella comunale, così che si è potuta avviare la visita della capitale bizantina. Snobbati rapidamente i tappeti di pietra (tra l'altro sbirciabili aggratis dalla porta) perchè la cultura costava troppo, ci si è diretti verso il centro, alla ricerca di negozi di libri antichi, stampe medievali, icone russe e, se proprio fosse capitato e non ci fossero state alternative, vestiti alla moda.
Nono sono mancati gli angoli ameni e ridenti, nei quali non si è potuto fare a meno di immortalare i gitanti.
Il mezzodì è stato celebrato con piadine e kebab (con annesso sbrodolamento e spataccamento d'unto), per poi proseguire verso il centro dove ci si è imbattuti in un mercatino di modernariato, o Vintage per i più sofisticati. Oltre a messaggi filosofici di enorme portata, sono state immediatamente individuati come gadget imperdibili una splendida tromba in ottone, che il Gianni ha provveduto ad acquistare immediatamente per poter poi infastidire i passanti incolpevoli, ma soprattutto i ciclisti ubriachi. Il pezzo forte della sessione di shopping è stata però una borsetta rossa in tessuto, dei primi del '900, veramente raffinata, proveniente da una casa di un certo livello. La Vale non ha potuto resistere, si è esibita nella più classica delle pantomime femminili (la prendo VS non la preno), ha dimostrato il suo interesse per poi celarlo, provare l'accessorio, specchiarsi, accarezzarlo e chiedere come poteva essere lavato ed, infine, capitolare ed acquistarlo. Ma ciò che più è valso dell'intera transazione è stata la possibilità di scambiare due chiacchere (o meglio farsi impezzare tremendamente) dalla Signora Marta. La signora si presentava come una donnetta di età mal definibile, acconciata alla zucchero filato, anellata per parecchi quattrini. Ci ha subito svelato che i suoi pezzi esposti erano tutti di grande qualità, gusto e classe, tutti provenienti dalle case di gente che conta, spesso persino provenienti dagli atelier di stilisti quando ancora non firmavano. Alla rivelazione che noi si è gente di teatro si è lanciata in un appassionato racconto dei propri intrallazzi nel mondo dello spettacolo, delle proprie conoscenze di attori e registi, del passato negozio col quale forniva il fior fiore del jet set romano (non c'è nessuna città bella come Roma, dove la zia ottantenne può sfrecciare liberamente per le strade, mentre a Milano portano tutti i guanti, sia per igiene che per stile). Dopo una ventina di minuti buoni, durante i quali ha fatto anche notare lo spiccato gusto di chi vi scrive, che ben sa apprezzare gli spacchetti nelle magliette che indossa, siamo riusciti a svicolare ma soprattutto a fare una foto, per immortalarla nella nostra memoria (nell'ordine il Sig signoramarta, La Vale, la Sig.ra Marta e una affascinante passante).
Si è poi tranquillamente conclusa la perlustrazione di ogni angolo dei negozi ravennati, senza abbandonarsi a spese folli. Ci si è quindi avviati verso il domicilio, non senza giri superflui per l'incapacità dell'autista che confondeva Marina di Ravenna e Punta Marina.

Fatto ritorno al temporaneo domicilio ci siamo rinfrescati ed imbellettati, pronti per andare fuori a mangiare il pesce. Da sottolineare che il posto ci è stato consigliato dalla prorompente hostess della reception, non senza premettere che a lei mangiare al cartoccio fa vomitare. E' stato solo grazie alle doti persuasive della Mari (che ha accalappiato un cedevole cameriere) che abbiamo potuto rifocillarci alla "Cubana", affollatissimo ristorante nei pressi del porto. La cena è proceduta molto agilmente tra il serio ed il faceto, tra antipasti di mare e grigliate, fritutre e spiedini, tragicamente avanzati (e molto apprezzati in quel di casa Mori). Il tempo è passato in fretta accompagnato da un piacevole bianchetto, è il dì da venire si è fatto avanti. Nonostante il persistere della malasorte metereologica i nostri baldi giovini si sono avviati verso la spiaggia (vincendo la ritrosia dei 2/4 della combriccola), per assaporare al meno una volta nel week end il piacere di camminare nella sabbia.
L'entusiasmo ha rapidamente pervaso tutti, che arrotolate le brache, si sono lanciati in corse sconsiderate nel bagnasciuga, col rischio di perdere i mignoli per assideramento, ma uscendone entusiasti ed indenni.
L'evento è stato celebrato con un fantastico autoscatto, tra i migliori 14 della storia della fotografia.
Il ritorno all'albergo si è svolto andando a infastidire i passanti a suon di trombettate, con grandi risate dell'equipaggio della Multipla e la sostanziale indifferenza degli importunati.
La serata si è conclusa in modo tranquillo, tra una fesseria e l'altra, rischio di lancio oggetti taglia 45 e coperte stritolanti.
La mattina seguente una abbondante colazione ci ha permesso di recuperare le energie e per l'inclemenza del dio Epson ci siamo avviati con calma verso casa, permettendo alla Mari di presenziare al battesimo di un parente non ben definito.
Alla fine dei conti il succo del discorso è che del sole ce ne siamo impippati, così come della duna, degli orsi e dell'abbronzatura caramellata, ma ce la siamo spassati.
Perchè la tribù degli GNU è wild, ma sopratutto free!!














(Immagine cliccabile dimensioni 1024x800, si può usare come sfondo)

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