venerdì 24 ottobre 2008

It's a kind of magic

Mi riciclo un po'... rivedendo le foto dei camerini del Cittadella mi è tornato alla mente uno dei primi spettacoli che ho fatto in inglese, proprio in quel teatro.
Dopo quella sera scrissi questo pezzo, che si trova sul sito di Modena Theatre Worskhop (www.mtwnet.it per i più coraggiosi).


Forse è il legno delle assi che calpestiamo, forse è il calore delle persone che siedono innanzi a noi, forse è la forza che unisce un gruppo. Qualunque cosa sia è unica e irresistibile.
Ti avvicini con passi esitanti ad una porta, tagli il freddo incedendo nella speranza che il vapore della condensa mascheri il tuo nervosismo e man mano che la distanza tra te e la soglia si riduce senti il cuore cominciare a risvegliarsi e le gambe dare segno di incertezza.
Nelle decine di minuti che precedono il momento fatidico sembra che il tuo corpo abbia deciso di prendersi una pausa di riflessione, per rendersi il conto se sia il caso di darti retta oppure no e, tanto per non essere da meno, il cervello comincia a fare scherzi fingendo di essersi dimenticato di tutto ciò che con fatica e piacere sei riuscito a ficcarci dentro.
Incontri persone, facce amiche e schiene fastidiose, scendi una manciata di gradini e ti ritrovi racchiuso tra quattro esili mura che non riescono a trattenere le vibrazioni di un'atmosfera talmente tesa che sembra entrare in risonanza con ogni tuo respiro. Ancora non capisci bene perchè, ma convincere l'aria a raggiungere i tuoi polmoni non è mai stato così difficile, come se non bastasse ogni singola cellula del tuo corpo è stata presa da una incontrollabile frenesia. Ogni spazio è claustrofobico, i vestiti hanno perso almeno due taglie e anche se siamo in inverno è una giornata asfissiante. Di fronte ad uno specchio ridi dello sciocco ometto che sembra essersi ridotto ad una caricatura da prima pagina, ma allo stesso tempo ti chiedi che diavolo stai facendo, a cosa andrai in contro e non vedi l'ora che sia già domani.
Le sagome attorno a te si moltiplicano, oppure sei tu stesso che le incroci più volte, cerchi rassicurazione in sguardi, gesti, parole, frughi negli antri più reconditi della memoria alla ricerca di congiunzioni, virgole e punti a cui mai avevi prestato attenzione, ma che ora sono più che mai importanti. Le mani si accaniscono su bottoni, tasche, risvolti e su loro stesse quando decidi di dare un attimo di tregua ai tuoi indumenti, proprio nell'istante in cui senti due parole comuni ma inquietanti: "cinque minuti".
Il mondo ha deciso di finire e tu non hai fatto in tempo a scendere all'ultima fermata. Non è il caso di disperarsi ma la schiena fa male, ti senti intontito e se fossi riuscito a mangiare qualcosa l'avresti già rimesso nel bagno più vicino. Dopotutto non è la prima volta che ti senti così, ma di certo non te la ricordavi così logorante. Un ultimo respiro, un pensiero perchè qualcuno ti assista e un bel merda gridato dentro di te.
Dopodichè sei solo.
Solo tu e almeno un centinaio di persone. Ma non è questo il momento di pensarci.
Una carrucola fa scorrere gli attimi più lunghi della tua esistenza e ti trascina con sè.
E' proprio allora che scatta un non so che. Assieme alla tua voce scivolano via tutte le sgradevoli sensazioni che poco fa ti stavano attanagliando. Un confortante tepore ti avvolge e una strana energia ti inebria. Non sei mai stato così pimpante e il tuo corpo ha finalmente deciso di stare dalla tua, convincendo anche il cervello che non è il caso di andare in stand by.
Ormai non sei più tu a comandare, sotto i tuoi piedi qualcosa ti guida e ti suggerisce le parole, ma sopratutto ti trasmette una strana scarica che arriva fin dritto alla testa, sconquassandola, facendola girare e lasciandoti solo il tempo di chiederti che sta succedendo. Fino a che, in un singolo istante, così, per caso, vedi ciò che ti sta intorno e un pensiero sottile e tagliente di ferisce. Siamo alla fine. L'entusiasmo e la gioia che seguiranno non basteranno a consolarti, perchè la magia si è interrotta, la schiena torna a far male e sei sfinito. Ma non vedi l'ora di ricominciare.

domenica 19 ottobre 2008

Modena Firenze

Ieri sera si è giocato il secondo Match per la squadra di Modena nel Campionato Amatori. Reduci da un pareggio con Brescia ci siamo trovati a sfidare una Firenze agguerrita perché sconfitta da Reggio. Oltretutto la formazione era di tutto rispetto, basti citare Alberto "E MMMMANGIANO!" Ceville.

Dal par nostro sono scesi in campo Gianni, Aldo Frigieri, la Fede, la Ross, Fabio. Il primo tempo è stato tutto di Firenze, vuoi anche per alcune categorie che sono storicamente loro (in primis quella in rima), con punteggio di 5 a 2.
La pausaè stata preceduta da un grande revival: Improvvisazione mista che ha per tema "Scambio di Poltrona", numero dei giocatori illimitato, categoria "Allusiva", durata (non mi ricordo più). Con un po' di titubanza sono sceso in campo e mi sono ritrovato davanti la mitica Caterina Tosi, con cui a Busana avevo duellato a suon di pere e patate. Stavolta però abbiamo avuto la meglio noi e quindi siamo andati al riposo sul 5 a 3.
Devo dire che la prima frazione di gara per me è stata divertente e dura, un po' mi sentivo in soggezione, perchè comunque era il match di debutto in campionato ed eravamo di fronte a dei mostri sacri. Inoltre il rischio confusione era molto alto e quindi bisognava stare attenti a non voler strafare.


Al rientro sul palco ero onestamente carichissimo, pronto a giocarmela fino in fondo (Manu Zecchini style, potrei anche dire un po' di BAAZZZZAAAAAA per rendere meglio l'idea). La squadra ha preso coraggio ed abbiamo dominato il tempo, rimontando punto su punto fino al 7 pari conquistato dopo una durissima penultima impro a tema "Crack" categoria "Calci di Rigore". Gli esercizi di stile sono stati contesi, l'arbitro ha chiamato il conteggio: 89 a 90. Per chi lo sapete già. In realtà la differenza punti era ad occhio molto più ampia per Firenze, ma il risultato non cambia. Sul punteggio ha giocato molto anche l'esperienza della squadra avversaria che è stata in alcuni versanti più rapace di noi. Mi sento però di poter dire che il match è stato corretto e collaborativo, e che sopratutto mi sono divertito un mondo! Tra l'altro il teatro era strapieno e gli applausi si sprecavano, proprio una bella serata.

I premi sono andati dalla Giuria Popolare al Ceville e da quella tecnica ad un incredulo Gianni. Inzomma bello, bello, bello. L'unica cosa che cambierei è l'atteggiamento un po' attendista del primo tempo e magari la mia incapacità di tenere un dialetto per più di 30 secondi filati... Ora ci tocca andare a battere Reggio per sperare di passare in finale... ma a me basterebbe ripetere un match bello come questo!